Nonostante la crisi economica le imprese europee hanno investito l’8,1% in più in ricerca e sviluppo rispetto al 2007 superando le imprese degli USA e del Giappone, i più importanti concorrenti dell’UE per quanto riguarda le spese in R&S, che hanno anch’esse aumentato gli investimenti per la creazione di nuovi prodotti, ma in misura inferiore, limitandosi rispettivamente al 5,7 e al 4,4%. Le cifre sono tratte dal quadro di valutazione 2009 degli investimenti in R&S elaborato dall’UE, una classifica di 2 000 imprese (1 000 dell’Unione, le altre soprattutto statunitensi e giapponesi) che rappresentano l’80% della spesa in R&S dell’industria mondiale. Due imprese europee, Volkswagen (Germania) e Nokia (Finlandia), e cinque imprese americane, tra cui Microsoft, General Motors e Pfizer, figurano tra i 10 massimi investitori in R&S. Al primo posto della classifica mondiale sta la giapponese Toyota, con 7,61 miliardi di euro. Anche se le imprese europee aumentano le loro spese in R&S più rapidamente che le loro concorrenti statunitensi e giapponesi, in termini assoluti continuano a spendere di meno. Nel 2008 gli investimenti in R&S in percentuale delle vendite erano pari al 2,7% nell’UE, contro il 4,5% negli USA e il 3,4% in Giappone. Si tratta di valori simili a quelli del 2007. Le imprese USA hanno accresciuto il loro vantaggio sull’UE nei settori in cui la R&S è più intensa: l’industria farmaceutica, le biotecnologie, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ma sono le imprese UE che dominano un settore in forte crescita, quello delle fonti d’energia alternative. Globalmente, gli investimenti in R&S industriale sono aumentati del 6,9%, ossia meno che nel 2007 (9%) e nel 2006 (10%). Solo una piccola quota degli investimenti totali è attribuibile alle imprese delle economie emergenti, ma le cose stanno cambiando. Tra il 2007 e il 2008 la Cina ha aumentato le spese in R&S del 40%, l’India del 27,3% e Taiwan del 25,1%.