L’evoluzione della motoristica e dei sistemi di abbattimento delle polveri nei mezzi più vecchi, unitamente alle politiche di limitazione della circolazione privata nelle zone urbane sensibili ha progressivamente ridotto la quantità degli inquinanti, migliorando nel complesso la qualità dell’aria delle città, tuttavia il problema del traffico e dell’inquinamento rimane impegnativo ed importante. Per questa ragione occorre fare il possibile per dare al servizio di trasporto pubblico un’efficienza che resta ancora oggi complessa. In molte città va quindi ripensata un’organizzazione dell’infrastruttura e del servizio che consenta alla rete di trasporto pubblico di conquistare una maggiore attrattività tenendo conto della varietà degli spostamenti quotidiani dei cittadini e dei grandi poli di traffico urbano come scuole, ospedali, servizi, grandi centri commerciali.
Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio “Audimob” di Isfort nello studio appena pubblicato ed intitolato “La resistibile ascesa della moto”, dal 2004 al 2009 il numero dei motocicli che circolano in Italia è aumentato di oltre il 33% superando per la prima volta la quota di 6 milioni. È uno sviluppo imponente, di gran lunga superiore a quello registrato dal parco autovetture (+7,3%). Tuttavia nello stesso periodo la domanda di mobilità feriale soddisfatta dalle due ruote, registra una crescita ben più modesta in termini di distanze percorse (+14,2%) e una diminuzione in termini di spostamenti effettuati (-16%). Di conseguenza nei consumi di mobilità la quota di mercato presidiata da ciclomotori e motocicli tende a ridursi passando, come peso sul totale degli spostamenti, dal 5,4% del 2004 al 4,3% del 2009. Appare quindi evidente da un lato il sempre maggiore interesse della popolazione a sfruttare le opportunità offerte da un mezzo di trasporto rapido quanto versatile, spesso fondamentale per sottrarsi a lunghe code di traffico e dall’altro un profondo cambiamento del modo di utilizzare le due ruote.
In primo luogo vengono effettuati meno viaggi pur percorrendo più chilometri (la lunghezza media degli spostamenti passa dai 5,5 chilometri del 2004 ai 7,5 chilometri del 2009). È questa una tendenza più generale che interessa il modello complessivo di domanda di mobilità degli italiani, caratterizzato negli ultimi anni da un deciso allungamento medio dei viaggi per tutte le tipologie di trasporto. In secondo luogo, diminuisce in misura significativa il numero di chilometri annui mediamente effettuati con ciclomotori e motocicli: per i primi di cilindrata fino a 50 cc si passa da poco più di 4.000 chilometri annui nel 2004 a meno di 2.500 chilometri annui nel 2009 (-40,6%), per i motocicli con cilindrata superiore a 50 cc la contrazione è un po’ più contenuta (da circa 6.100 chilometri annui a circa 4.600, con un decremento pari a -24,6%). In sostanza a differenza di quanto accade per l’auto, negli ultimi anni l’utilizzazione della moto tende a diventare meno intensiva: il possesso in famiglia di veicoli motorizzati a due ruote si diffonde con ritmo crescente, ma l’effettivo uso dei mezzi disponibili in proporzione diminuisce.